Le leggende
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LA
LEGGENDA DI SANGALGANO - Si narra che il giovane Galgano, di famiglia
nobile e scanzonato ragazzo dedito alla caccia e ai godimenti della
vita si era dimenticato di Dio. Una mattina di aprile mentre si
trovava a cavallo vicino a Monte Siepi, ecco che gli si parò davanti
l’Arcangelo S.Michele con la spada fiammeggiante alzata con gli
occhi pieni di luce. Galgano cadde a terra come fulminato senza
riuscire a dire una parola, poi si tolse la spada scaraventandola
contro la pietra. E qui avvenne il prodigio, la pietra si aprì come
una bocca e la spada vi rimase conficcata a guisa di croce. L’Arcangelo
scomparve e Galgano diventò l’eremita di
Monte Siepi vicino all'abbazia di san Galgano (vedi
il sito dell'abbazia)
francesca
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I
MISTERI DEL SOTTOSUOLO SENESE - Il sottosuolo di Siena non racchiude
solo il segreto della Diana. Si narra infatti che, all'epoca in
cui si costruivano i bottini, capitava che gli operai adibiti al
lavoro sotterraneo, detti «guerchi», fuggissero dai cunicoli, spaventati
per aver visto alcune creature che si annidavano nelle profondità
della terra. I guerchi affermavano di aver incontrato, nel sottuosolo
senese, due specie di creature, gli omiccioli e i fuggisoli. Gli
omiccioli erano degli ometti, simili a folletti, che però non facevano
dispetti. Si limitavano a ballare ed a mettere allegria. Diversamente,
le creature chiamate fuggisoli apparivano come lampi di luce improvvisi
e repentini. I maligni spiegavano queste strane apparizioni col
fatto che i guerchi venivano pagati in vino. Non bisogna però dimenticare
che i guerchi trascorrevano molto tempo nei meandri angusti e bui
dei bottini senesi, impegnati in un lavoro impegnativi e pericoloso,
e non erano pochi coloro che perdevano la vita in quei cunicoli
oscuri, a volte senza nemmeno che fosse possibile recuperarne il
corpo. Ancora oggi nei bottini si trovano molte statuette della
Madonna in terracotta, murate nelle pareti, e molte croci, a volte
solo incise con il piccone sulla roccia friabile. Come per richiedere
la protezione di chi sta in cielo laggiù, dentro la terra.
Lory
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LA FONDAZIONE DI SIENA - Dopo che Romolo, fondatore e primo re di
Roma, ebbe ucciso suo fratello Remo, stabilì di uccidere anche i
due figli di questi, Senio e Aschio, al fine di togliere di mezzo
dei possibili pretendenti al trono. Il dio Apollo fornì ai due giovani
due cavalli, uno bianco ed un nero, sui quali essi fuggirono nottetempo,
portando con loro una lupa marmorea rubata a Romolo. Dopo alcuni
giorni di cammino, i due fratelli giunsero sulle rive di un piccolo
corso d'acqua, la Tressa, e qui incontrano alcuni mandriani e boscaioli.
In quel luogo eressero un accampamento e in breve, per il loro rango
e la loro maestria nelle armi, divennero i capi di quella piccola
comunità. Successivamente essi costruirono un fortilizio sulla collina
più alta. Romolo nel frattempo inviò due condottieri, Camelio e
Montorio, per catturare i due fratelli e trascinarli a Roma. I due
generali costruirono a loro volta altri due forti nelle vicinanze
di quello costruito dai nipoti di Remo. Tra i gruppi si accesero
vari scontri, dopo i quali si aggiunse finalmente ad una tregua.
Ma, in seguito, fra gli abitanti originari della zona e i Romani
ricominciarono le contese. Roma inviò così gli ambasciatori Pirro
e Flaminio che riportarono la pace e fecero sì che le due comunità
si fondessero in una. Per festeggiare l'evento si tributarono sacrifici
ad Apollo e Diana. Dall'altare di Apollo si alzò un fumo nero mentre
dall'ara di Diana si levò un fumo bianco. Il fortilizio che Senio
e Aschio costruirono in cima alla collina è oggi Castelvecchio,
la parte più antica di Siena. Le fortezze erette da Camelio e Montorio
corrispondono alle odierne Camollia e Camporegio.
Enry
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MITI, LEGGENDE E IL PALIO ALLA LUNGA (1000-1300) - Quando iniziò
il Palio? Quanto è antico il Palio? La domanda ritorna insistente
ogni estate a ogni senese. E se non c'è data certa, risposta certa
c'è: il Palio è antico quanto Siena, ne percorre miti, leggende
e poi tutta la storia civica. Nei secoli ne diviene progressivamente
l'elemento distintivo, alcuni sostengono fino a porsi come quarta
dimensione della realtà cittadina, elemento indispensabile, meccanismo
modellante primario e ragione ultima dell'essere e del fare. La
Contrada forma il fortissimo senso d'identità sociale dei Senesi
e il Palio fornisce loro il modello di come fare le cose. Perfino
in politica, è stato detto citando in proverbio, il palio si corre
tutto l'anno. Siena fu città etrusca, di entità pare assai modesta
ma ben collegata ai centri maggiori dell'etruria: Fiesole e Chiusi,
Cortona e Volterra. E c'è chi ha sottolineato affascinanti analogie
dei Palii delle origini con i giochi equestri degli etruschi e prima
ancora dei Greci. Da Poggio Civitale, non lontano da Siena, proviene
il famoso frontone, datato al VI secolo a.C., che mostra una serie
di cavalieri allineati, che montano a pelo come i fantini di oggi,
e come loro sono muniti di nerbi e di berrette, intenti a correre
il loro Palio etrusco. Il mito di fondazione che vuole invece Siena
nata dalla costola di Roma, fondata dai transfughi figli di Remo,
li fa giungere al luogo fatidico di gran carriera, inseguiti dai
cavalieri di Romolo. Senio e Aschio fondano Siena alla fine di un
mitico "Palio alla lunga". L'insegna della nuova città sarà bianca
e nera come i loro cavalli e come le nuvole di fumo che si innalzano
dalle due are sulle quali offrono i loro sacrifici agli Dei... -->
prosegue
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la
Redazione
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