Un
museo archeologico di Saturnia è attualmente in fase
di progetto.
Alcuni corredi dalle necropoli della zona sono esposti nel
Museo Archeologico di Grosseto Info: 0564/488750 -752
Nell'area
della città sono state rinvenute tracce di una
frequentazione dell'età del Bronzo Finale (XII-X
a.C.), mentre la necropoli più antica, nel luogo
detto Sede di Carlo nei pressi dell'attuale cimitero,
risale al periodo tardo-villanoviano (VIII secolo a.C.).
Si tratta, insieme con Marsiliana, di una delle testimonianze
più complete di questo periodo, in genere documentato
solo da scarsi rinvenimenti sporadici.
Caratteristici di questa necropoli sono i vasi cinerari
con il coperchio sormontato da una sfera, da interpretare
come un tentativo di dare al vaso una forma antropomorfa.
Alla fine dell'VIII secolo a.C. le necropoli aumentano
di numero e di estensione sulle due rive dell'Albegna
(Poggio Pancotta, Prato Grande, Sterpeti, Campo delle
Caldane, Pian di Palma, Puntone, Casali, Crostoli).
Non si sa se questo fenomeno sia legato solo ad uno sviluppo
del centro urbano o anche ad un abitato sparso nel territorio
circostante.
Le tombe tardo-villanoviane sono a pozzetto.
Con il VII compaiono le tombe a tumulo, costruite con
grandi blocchi e lastroni monolitici (Pian di Palma, Puntone).
Intorno alla metà del V secolo a.C. anche le necropoli
di Saturnia, come quelle degli altri centri minori del
vulcente, sembrano abbandonate.
La città viene rifondata nel IV secolo (come Sovana
o Talamone).
All'interno dell'area urbana sono stati poi riconosciuti
strati di distruzione e incendio databili all'inizio del
III secolo a.C. e quindi contemporanei e conseguenti alla
conquista romana.
Con la conquista, Saturnia divenne una sede amministrativa
(praefectura) e in seguito, nel 183 a.C. colonia. La colonizzazione
portò ad una ristrutturazione completa del territorio.
La città ebbe un impianto stradale regolare e una
cinta muraria di cui si vede ancora un tratto fuori della
Porta Romana.
Il territorio fu attraversato da una grande arteria, la
Via Clodia che metteva in comunicazione diretta con Roma
e, tramite uno svincolo, con il tracciato costiero della
Via Aurelia.
La campagna fu divisa in lotti regolari (centuriazione)
e assegnata ai coloni romani e forse anche a popolazione
etrusca locale.
Sin dall'inizio comparvero nel territorio le tipiche ville
agricole di età tardo-repubblicana e imperiale.
Furono sfruttate certamente anche le sorgenti termali,
anche se mancano completamente resti materiali. In età
imperiale la città ebbe un foro monumentale e edifici
pubblici di cui si sa poco.
La documentazione epigrafica e archeologica si segue fino
al III secolo d.C. circa, poi si rarefà.
Nel XII secolo Saturnia ricompare in un documento come
castello e sede pievana. Possesso degli Aldobrandeschi,
fu poi contesa dai Comuni di Siena ed Orvieto. Fu anche
dominata dai Baschi di Montemerano e dagli Orsini di Pitigliano.
Nel 1410 fu conquistata definitivamente da Siena che ricostruirono
quasi del tutto cinta muraria e cassero. In seguito il
centro si spopolò in modo tanto grave da rischiare
la scomparsa.
Responsabile:
Dr. Maria Grazia Celuzza; 01.11.2001
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